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Ma dove l'ho messo l'impermeabile? Vabbé esco senza. Certo diluvia. Mi affaccio. Questa non è pioggia, è acquazzone. Aspetto. Magari smette. E' luglio perdinci. A quest'ora sarei dovuta essere di rientro. E sì che ho pulito il balcone oggi, e fatto la lavatrice. Proprio oggi deve piovere? Mi vesto: tuta, runner, vabbé metto un giacchetto. Ha smesso, no piove leggero. Sono certa, ora smette. Scendo. Una cuffietta. La seconda. Play. E' l'imbrunire, quasi. Il cielo è carico di nuvole, ma verso nord apre. E verso nord è dove vado io. La strada è bagnata, l'aria è umidissima, sento più fatica addosso. Ma imbocco il parco ed è deserto. E' tutto mio. Come mi piace il cielo che si specchia nelle pozzanghere. Respiro a pieni polmoni, devono aver tagliato l'erba ieri. E oggi questo odore di pioggia si unisce all'odore dell'erba tagliata. Perdo gli occhi all'orizzonte. Nessuno. Ci sono io, c'è la natura, e la mia musica. Cammino svelta in salita, respiro. Svuoto la mente, mi riempio gli occhi di cielo. Il vento muove i rami degli alberi, nello stacco tra una canzone e l'altra sento quel suono. Fronde. Foglie. Penso. Penso subito. Che il suono del vento tra gli alberi è tra i più belli che mi sia stato dato in dono di ascoltare. La natura ha un odore bagnato inebriante, son tutti fuggiti per paura della pioggia, ma è bellissimo star qui. Mi sembra che questo posto sia messo qui per me. Io gli appartengo. Mi lancio in una corsa, respiro. Rinizia a piovere. Sento le gocce sulla testa, ma non fuggo. Godo il momento. Questo spazio solo mio. Solo per me. Divento erba, acqua, terra. Finché in lontananza scorgo un puntino. Un altro coraggioso mi corre incontro. Le nostre strade in direzioni opposte. Ci scrutiamo già da lontano. Nascondiamo pensieri l'uno per l'altra, come accade sempre quando ci si incontra in queste occasioni. Lo riconosco, ci troviamo spesso. Non fuggo lo sguardo, lo tengo. Ci sorridiamo. Pochi secondi e siamo via tutti e due dall'orizzonte dell'altro. Cessa la pioggia, ma la musica no. Esco dal parco, sfiaccata ma vitale. Cammino in salita sotto alberi dalle fronde piangenti. Fiori. Fiori ovunque. Ci passo sotto, non sposto la testa. Mi toccano il viso, mi bagnano. Li lascio fare. La musica mi spinge fino a casa, salgo i gradini a due a due, sono davanti alla porta. Mi appoggio allo stipite, improvvisamente stanca. Mente giro la chiave, una goccia mi scivola dal centro della testa, sulla fronte. Si fa strada sull'attaccatura del sopracciglio destro, percorre il solco fin sotto l'occhio. Ma non è una lacrima. E' la natura che è venuta a farmi il solletico.
Voleva vedermi ridere.
ಌ
Come se non bastassero tutte le miriadi di cose che ho in mente di fare già da me...ecco, come se non bastassero, ci si mettono pure gli amici a mandarmi foto di cose che poi mi viene voglia di fare. E' andata così col mio amico Gé che una sera ha avuto la malsana idea di inviarmi la foto del suo banana bread. In casa avevo tre banane che non avrei più consumato perché non più verdi come piacciono a me. Che faccio, mi tiro indietro? Giammai :D
Gennà, mandame la ricetta prima de suBBito :D
Siccome l'amico è pigro, fa la foto alla ricetta scritta e me la manda (amo chi si sa arrangiare :D).
Ed ecco il nostro banana bread :)))
Ingredienti:
250 gr di farina
1 punta di cucchiaino di lievito per torte salate (non vanigliato!!)
1/2 cucchiaino di bicarbonato
150 gr di zucchero
75 gr di burro
2 uova
2 cucchiai di latte
2 banane schiacciate (io tre...le dovevo consumà!! :D )
1 pizzico di sale
Procedimento:
- In una ciotola unite la farina, il bicarbonato, il lievito e il sale.
- Mescolate con un cucchiaio e lasciate da parte
- In un'altra ciotola unite lo zucchero e il burro a fiocchetti.
- Schiacciate prima con una forchetta, poi lavorate con le fruste
- Aggiungete il latte, poi le uova, una per volta.
- Unite le banane schiacciate
- Ora unite le polveri ai liquidi e amalgamate
- Imburrate uno stampo da plum cake, versateci il composto
- Infornate in forno preriscaldato a 180°